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AUGUSTINUS BADER – The Cream – opinione e INCI

AUGUSTINUS BADER THE CREAM – caratteristiche

  • Cos’è – crema viso antiage
  • Cosa prometteridurre i segni di invecchiamento, tra cui l’aspetto di rughe e macchie, idratare, stimolare la produzione di collagene, normalizzare la barriera cutanea, ridurre rossori e prevenire danni da agenti ambientali, stimolare il rinnovamento cellulare.
  • Prezzo / quantità – 225 euro per 50 ml / 150 euro per 30 ml / 75 euro per 15 ml
  • Dove si acquista – nelle boutique di cosmesi di lusso e da Sephora
  • OpinioneSufficiente. La formula è promossa (vedremo in che termini), MA il brand meriterebbe una bocciatura, non solo per il deludente rapporto qualità/prezzo, ma soprattutto per la poca trasparenza nonostante il martellamento pubblicitario. La sufficienza è una giusta media tra le due considerazioni.

Analisi inci / ingredienti – cos’è il tfc8®?

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Nell’articolo introduttivo al brand Augustinus Bader, dopo uno sguardo critico alla storia dei fondatori di questa azienda e alla poca trasparenza che permea la loro comunicazione, siamo arrivati ad un punto fermo: il gel per ferite di Augustinus Bader, pubblicizzato come base e materia prima delle sue creme miracolose, in realtà non c’entra nulla con i suoi cosmetici.

Infatti, il Momentum Bionics® (questo il nome del brevetto sotto cui Augustinus Bader commercializza il proprio gel farmaceutico per gli ustionati) viene prodotto a partire da un prelievo di sangue del paziente, da cui si estrae la quota ricca di peptidi e fattori di crescita con cui viene creato il gel da applicare sulla ferita. Si tratta di un trattamento medico non solo personalizzato, ma addirittura personale.

Quindi, cosa contiene davvero The Cream?

L’analisi dell’INCI della celeberrima The Cream di Augustinus Bader è stata resa complicata da un problema tecnico-legale non indifferente: le liste ingredienti pubblicate da Augustinus Bader sul sito dell’azienda, sulle confezioni dei prodotti e sulla documentazione relativa ai brevetti NON corrispondono.

In questi casi, la cosa più intelligente da fare è guardare comunque la formula scritta sulle confezioni di vendita, perché legalmente è quella la lista INCI su cui bisogna fare affidamento.

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L’inci della crema viso di punta della skincare Augustinus Bader si presenta, ad un primo sguardo, caratterizzato da una selezione di ingredienti ecosostenibili e dermoaffini.

Si tratta di un positivo passo avanti, rispetto ad alcuni brand della cosmesi di lusso che fanno fatica ad abbandonare le boccette di paraffina e i polimeri acrilici, ma non certo sufficiente a giustificare un costo di 250 euro per flacone, considerato che non vengono utilizzati ingredienti biologici, più cari rispetto ai convenzionali identici, né particolarmente pregiati.

Gli ingredienti principali di The Cream sono acqua e Caprylic/capric triglycerides, un olietto setoso, sintetizzato a partire da olio di cocco e glicerina.

Nell’INCI seguono due solventi, pentylene glycol e propylene glycol, di derivazione petrolchimica ma biodegradabili e, tutto sommato, ecosostenibili, qui utilizzati in dose sufficiente ad agire come batteriostatici, sostanze in grado di evitare la proliferazione di eventuali batteri.
Si tratta di solventi potenti, utilizzati spesso per solubilizzare gli estratti vegetali o per alleggerire la consistenza delle texture di creme troppo unte, che rischiano di provocare disidratazione quando utilizzati puri o in dosi eccessive, ma, a piccole dosi e con i dovuti accorgimenti formulativi, riescono a svolgere un’azione umettante e veicolante, ossia aiutano a far penetrare nella pelle sia l’acqua, sia le sostanze attive.

The Cream di Augustinus Bader sfrutta in modo intelligente questi ingredienti, al punto che la formula di questa crema, nei brevetti registrati dall’azienda, viene identificata come “lozione”, mentre solo The Rich Cream viene considerata una crema a tutti gli effetti.

Di fondamentale importanza è la presenza in formula di fosfolipidi, in particolare hydrogenated Phosphatidylcholine e lecitina, sia semplice che idrogenata.
I fosfolipidi sono le stesse sostanze che compongono naturalmente la membrana esterna delle nostre cellule, per cui svolgono un ruolo cruciale tra gli ingredienti cosmetici, sia come ricostituenti della barriera cutanea, sia come veicolanti, in quanto, legandosi agli altri attivi del cosmetico, riescono a trasportarli attraverso i diversi strati cutanei, proprio grazie a questa estrema compatibilità biologica con le cellule dei tessuti.

Si tratta di una tecnologia formulativa nota da decenni, che sfrutta la capacità dei fosfolipidi di formare liposomi: si tratta di vescicole che racchiudono al loro interno gli attivi idrofili, mentre i fosfolipidi esterni vengono riconosciuti dalla pelle come propri e quindi assimilati insieme ai funzionali.

Glicerina e sorbitolo aggiungono una quota idratante all’INCI di The Cream, insieme alla vitamina B5 (panthenol), che svolge anche un’azione calmante.

La quota emolliente e nutriente viene arricchita da piccole dosi di burro di karitè (butyrospermum parkii butter), vitamina E esterificata (tocopheryl acetate), squalano e olio di girasole (Helianthus Annuus seed oil).

Nell’INCI di The Cream troviamo anche l’ottimo antiossidante superoxide dismutase, un enzima che viene utilizzato naturalmente dalle cellule esposte ad ossidazione, coadiuvato da forme blande di vitamina C (acorbyl palmitate) e vitamina A (retinyl palmitate), nonchè da una puntina di vitamina E (tocopherol).

Lecitina, ceramidi e proteine vegetali del riso e della soia contribuiscono, invece, alla ricostruzione della barriera cutanea, in quanto affini alle sostanze che naturalmente compongono la membrana esterna delle cellule.

Il peptide Palmitoyl Tripeptide-8 è invece un attivo di recente introduzione nel mondo cosmetico, commercializzato come Neutrazen™, che migliorerebbe le condizioni della pelle infiammata e irritata, svolgendo un’azione calmante e rinforzante.
Non si tratta di un’esclusiva di Augustinus Bader, ma di un ingrediente cosmetico commercializzato liberamente a chiunque voglia farne uso.

Il sistema conservante è principalmente affidato al sempreverde phenoxyethanol, con l’aiuto del duo benzoato di sodio (sodium benzoate) e sorbato di potassio (potassium sorbate).
Si tratta di conservanti molto comuni e generalmente sicuri, con un picco di reazioni avverse solo per quanto riguarda il benzoato di sodio, che può scatenare allergie nei soggetti predisposti.

Fin qui, parrebbe, tutto bene: The Cream di Augustinus Bader è una crema idratante aspecifica ma completa, in quanto copre con la sua formula tutti gli aspetti fondamentali alla base della cura della pelle (idratare, ricostruire la barriera idro-lipidica, lenire e combattere i processi ossidativi), senza affrontare in modo intensivo necessità peculiari.

Sia chiaro, nulla di esclusivo o miracoloso, ma senza dubbio una formula pregevole.
Tutto questo, senza aver minimamente sfiorato l’ingrediente magico, il TFC8®.

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C’è infatti un piccolo problema: nell’INCI stampato sulle confezioni dei prodotti di Augustinus Bader NON sono presenti gli ingredienti che compongono il suo attivo brevettato, il Trigger Factor Complex, che sono invece riassunti sotto il nome del marchio registrato, TFC8®.

Per la normativa europea, questo non si può fare. Una lista INCI degna di questo nome deve “spacchettare” gli ingredienti compositi e indicarli tutti, con il loro nome scientifico, come da glossario richiamato dal Regolamento Europeo n. 1223 del 2009.

Un esempio sciocco: ipotizziamo di voler vendere una crema contenente della marmellata di arance. Nell’INCI, non potremmo scrivere solo “citrus aurantium amara fruit jam“, o peggio, “marmellata di arance“, e ritenerci soddisfatti.
Se poi alla nostra marmellata volessimo dare un nome, un marchio registrato tipo Orsomangione®, non sarebbe comunque possibile inserire nell’INCI questo marchio in sostituzione dei reali ingredienti: la normativa europea contiene una schedatura gigantesca di tutti gli ingredienti cosmetici ammessi nell’Unione, e indica in modo preciso una nomenclatura univoca per ogni sostanza.
All’atto pratico, dovremmo elencare tutti gli ingredienti utilizzati per fare la marmellata che abbiamo messo nella crema: arance, zucchero, pectina, ecc… rigorosamente in quel miscuglio di latino e inglese ammesso dall’International Nomenclature of Cosmetic Ingredients.

Ora, capirei se fossimo alla sagra del corbezzolo, dove un’ipotetica Suor Lella potrebbe vendere il suo sapone artigianale accompagnato da una lista ingredienti rustica e incompleta, senza avere idea di che cosa sia un INCI. In quel caso direi che si tratta di fare un atto di fede.

Qui però si parla di un’azienda che fattura centinaia di milioni di dollari.

Il Sig. Univ. Prof. Dr. Med. Adjunct Prof. (MIPT) Augustinus Bader è un medico e un professore universitario.
La sua linea cosmetica viene prodotta in Germania (quindi in territorio UE), a prezzi che danno la possibilità di ingaggiare personale competente: è improbabile che irregolarità in INCI siano semplici sviste dovute ad una scarsa familiarità con le leggi europee.

Peraltro, anche se si trattasse di un’azienda extracomunitaria, nel momento in cui i cosmetici vengono venduti in Unione Europea è (sarebbe) necessario adeguare le informazioni agli standard richiesti in Europa.
Poi, siccome non si può stare con il fiato sul collo a tutti, parecchie aziende adottano un approccio “elastico” agli aspetti burocratici e, se la mia ricostruzione è corretta, Augustinus Bader potrebbe solo uno dei tanti esempi.

L’impressione che ne deriva è che ci sia l’intento di nascondere, o almeno di rendere più complicata, la conoscenza degli funzionali di punta di The Cream, chiedendo di fatto una cieca fiducia al consumatore e impedendo un approccio critico alla formula.

Potrei chiudere qui l’articolo, dicendo che, a causa della poca trasparenza dell’azienda, non si sa bene cosa stiamo mettendo in faccia, e bocciare The Cream e Augustinus Bader per il gran fumo che viene lanciato negli occhi dei clienti.

Il consumatore non deve essere costretto alla caccia al tesoro, ma per amor di conoscenza ho fatto uno sforzo per andare a fondo sulla questione.

Così, ho scoperto che sul sito ufficiale dell’azienda, Augustinus Bader riporta una lista INCI diversa da quella delle confezioni, in cui palesa alcuni componenti del TFC8®, che infatti non compare come marchio registrato.

Tuttavia, anche questo inci è incompleto!

Per scoprirlo, ho dovuto sbirciare nella documentazione relativa ai brevetti depositati da Augustinus Bader per i suoi cosmetici.

Tra il 2017 e il 2021 Augustinus Bader ha depositato almeno 5 brevetti con il titolo evocativo di “COSMETIC FORMULATIONS FOR TOPICAL APPLICATIONS CONTAINING ERYTHROPOIETIN-DERIVED MOLECULES“, ossia Formulazioni cosmetiche per applicazione topica, contenenti molecole derivate dall’eritropoietina.

Le pubblicazioni dei brevetti riportano, tra decine di pagine, anche la lista INCI completa del misterioso TFC8®, che comprende alcuni amminoacidi (triptofano, tirosina, valina e taurina) totalmente assenti nell’INCI pubblicato online sul sito ufficiale.

Una semplice svista? Simili omissioni si ripetono con gli inci di tutti i prodotti che ho controllato sul sito ufficiale di Augustinus Bader, compresa The Rich Cream.
Ognuno ne tragga le proprie conclusioni.

Il reale contenuto del TFC8®, come da brevetto, è il seguente.Augustinus-Bader-opinioni-recensioni-inci-ingredienti-the-cream

Insomma, ce l’abbiamo fatta. Non resta che unire la formula che si trova sulle confezioni, sostituendo il TFC8® con i componenti riportati nel brevetto, e finalmente procedere con l’analisi INCI del misterioso attivo sensazionale.

All’atto pratico, il TFC8® è una soluzione in acqua e alcool, che contiene una serie di amminoacidi, tipo “beverone proteico per la palestra, ma peggio“, con l’aggiunta di sostanze emollienti utili alla ricostruzione della barriera idrolipidica, ossia ceramidi, colesterolo, acidi grassi omega (oleico e palmitico) e olio di senape.

Siccome non voglio rassegnarmi agli INCI scritti con i piedi, soprattutto quando si parla di prodotti di lusso, faccio presente che l’olio di senape, particolarmente apprezzato nella tradizione indiana, è riportato come “mustard oil“, quando la corretta nomenclatura dovrebbe specificare il nome latino della pianta e la parte di pianta, tipicamente i semi, da cui è stato spremuto.
Nel caso della senape le opzioni possibili sono almeno quattro: brassica alba? b. nigra? b. juncea? b. arvensis?. Non si sa.

Infine, il TFC8® contiene un misterioso peptide, oligopeptide-177, che campeggia solitario in fondo all’INCI: a suo carico non ci sono informazioni, trattandosi di una molecola utilizzata, ad oggi, solo da Augustinus Bader.
Gli oligopeptidi sono attivi di sintesi, ma ecosostenibili e molto promettenti, che comprendono molecole estremamente diverse, spesso pubblicizzate con promesse roboanti relative alle funzionalità più disparate.
In realtà sulla loro efficacia concreta sappiamo ancora poco, tanto più in casi come questo, dove il flusso di informazioni è pari a zero.

Insomma, gli attivi del TFC8® non vanno oltre una banale attività emolliente, certamente utile a riequilibrare la barriera epidermica e stimolare la sua rigenerazione, ma certo nulla di innovativo né di miracoloso.
La penetrazione del TFC8® attraverso lo strato corneo viene potenziata, come per tutti gli altri attivi di The Cream, dall’utilizzo dei liposomi: una volta superato lo strato corneo, gli amminoacidi del TFC8® dovrebbero generare segnali in grado di stimolare l’attività cellulare, andando a curare in maniera personalizzata qualsivoglia problema la cute presenti.

Secondo l’idea di Bader, questo minestrone di amminoacidi dovrebbe mimare parzialmente l’EPO (eritropoietina), la sostanza che nel suo gel per ferite viene isolata direttamente dal sangue dei pazienti.

Tuttavia, l’azione principale dell’EPO è la ematopoiesi, cioè una maggior produzione di globuli rossi, che ha un’effettiva utilità sulle ustioni, mentre il brevetto sul TFC8® cosmetico esclude che questo attivo abbia un effetto ematopoietico (“does not or not essentially elicit hematopoietic/erythropoietic efficacy“), limitandosi ad un’azione protettiva e rigenerativa, per la quale abbiamo già abbondanza di attivi a buon mercato.

Di fatto, il TFC8® contiene una serie di amminoacidi comunemente utilizzati in cosmesi, e che il nostro corpo riceve in abbondanza ad ogni pasto.

Se la delusione non fosse già abbastanza cocente, dai documenti relativi al brevetto di Augustinus Bader sul TFC8®, utilizzato in The Cream, si ricava un’ulteriore informazione di fondamentale importanza: il TFC8®, inteso come tutto l’insieme degli ingredienti che lo compongono, viene utilizzato all’1% sul totale del peso di The Cream e degli altri prodotti di Augustinus Bader.

Considerato che, a sua volta, il TFC8® è una diluizione, non solo ci troviamo davanti ad ingredienti piuttosto banali, per quanto utili, ma a percentuali nullesimali degli stessi, quantitativi certamente insufficienti a fornire un’efficacia apprezzabile da parte degli acidi grassi omega e delle ceramidi.

C’è poi il mistero di un altro ingrediente che compare e scompare dalle diverse liste INCI di The Cream: il Scenedesmus Rubescens Extract, un estratto di alga paradossalmente molto più interessante del TFC8®, in quanto andrebbe a rinforzare la protezione contro l’invecchiamento provocato dall’esposizione alla luce, sia naturale che proveniente da dispositivi elettronici.

– Leggi anche: la più recente My Skincare Routine! –

THE CREAM DI AUGUSTINUS BADER: Opinione Conclusiva

The Cream di Augustinus Bader sarebbe una buona crema (forse addirittura migliore) anche senza il TFC8®: la crema base è ben formulata, per quanto, certamente, non rivoluzionaria.

Il TFC8® sembra essere più uno stratagemma per vendere a prezzi esorbitanti, che un complesso attivo innovativo in campo cosmetico. 

In effetti, se fosse venduta anche solo alla metà del prezzo attuale, la formula di base di The Cream meriterebbe una piena promozione per ecosostenibilità, dermoaffinità e capacità protettive sulla pelle.

Tuttavia, la pochissima trasparenza del marchio Augustinus Bader, nonché la pubblicità roboante, al punto da risultare mistificatrice, nonché il pessimo rapporto qualità/prezzo, eccessivamente sbilanciato a favore del secondo, non possono che abbassare la valutazione ad un’equilibrata, e forse generosa, sufficienza.

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Pubblicità di una VIP che racconta come The Cream di Augustinus Bader sia stata a lungo il segreto della pelle delle star di Hollywood…  e noi sciocchi che pensavamo fosse il medico estetico!

L’ultima trovata pubblicitaria di Augustinus Bader riguarda la nuova formula di The Rich Cream: da oggi vegan, in quanto hanno rimosso dall’inci un po’ di lanolina, un grasso che si ricava dalla lana di pecora, e di cera d’api.

Tuttavia, il dott. Bader è professore in una clinica universitaria, dove porta avanti la ricerca scientifica facendo sperimentazione animaleabbiamo già visto come decine di topi sono stati utilizzati e sacrificati per il Wound Gel da cui nasce l’idea del TFC8®.

Questa azienda non può essere considerata vegan o cruelty free.

D’altronde, Augustinus Bader è diventato celebre ad Hollywood, dove il concetto di vegan si limita a contrastare la carne in tavola, ma è difficile rinunciare alla tredicesima Birkin in pelle di coccodrillo del Nilo.

Come si usa the cream

Questa è la sezione dedicata a coloro che hanno acquistato The Cream di Augustinus Bader e che dopo questa recensione sono in difficoltà: finire di usarla? Assolutamente SI.

Per trarre il massimo da ogni centesimo speso, The Cream darà il meglio come crema giorno, preceduta da un siero antiossidante, e con una protezione solare successiva.
La texture dei cosmetici luxury è spesso molto curata e si comporta bene sotto il makeup.
Gli attivi che riparano la barriera cutanea, uniti agli antiossidanti in formula, sono ideali per aumentare la protezione della pelle contro radicali liberi ed esposizione luminosa.

EFFICACIA – funziona?

Nella prima parte di questa rubrica abbiamo visto come l’idea di The Cream nasce dalla mente di un esperto di finanza, Charles Rosier, che convince Augustinus Bader a creare la sua linea cosmetica, al fine, così dicono, di finanziare la ricerca sul Wound Gel.

L’idea da cui nasce The Cream e il TFC8® è quella di trasferire la ricerca medica di Augustinus Bader in una crema antiage, sfruttando quindi una formula che imiti l’azione dell’EPO. 
C’è solo un piccolo problema. Due o tre, in realtà:

  • La pelle ustionata e le rughe sono cose completamente diverse.

I pazienti ustionati si trovano spesso privi di interi strati cutanei.
Gli interventi medicali sono intesi a ricostruire integralmente l’epidermide e ognuno di questi interventi, compresa l’applicazione di farmaci topici, avviene su una cute danneggiata, esposta nei suoi strati più profondi e “vivi”, priva di qualsiasi protezione.
Si tratta di una situazione emergenziale in cui l’organismo stesso si attiva per curare la ferita.

Invece, contro le rughe e l’invecchiamento, l’organismo non mette in atto nessun tipo di difesa in modo autonomo.
Anzi, è proprio la diminuita capacità rigenerativa dell’organismo a causare l’invecchiamento.
Inoltre, mentre le ustioni cutanee sono danni esterni e spesso circoscritti, l’invecchiamento riguarda tutto l’organismo e le rughe ne sono solo un sintomo marginale.

  • Come già accennato, il gel che cura le ferite degli ustionati, sviluppato dal dr. Augustinus Bader e noto oggi come Momentum Bionics®, viene creato ad personam con il sangue del paziente su cui verrà applicato, una volta isolate le sue componenti utili.
    Questo procedimento NON può essere replicato in un prodotto di skincare, e non credo di dover spiegare perché.

Quando Augustinus Bader descrive i suoi prodotti, il suo gel medicale è sempre citato in modo suggestivo come genitore della linea cosmetica, inducendo anche il lettore più attento a pensare che si tratti di cose molto simili, e quello più distratto a pensare che si tratti della stessa cosa.

Possiamo concludere senza grossi dubbi che i tantissimi editoriali che narrano di come un trattamento farmaceutico per la guarigione delle ferite sia diventato una formula antiage di culto (si veda, fra i tanti, letteralmente la prima riga dell’intervista ad Augustinus Bader pubblicata da Liberty London) mentono, probabilmente perché nessuno si è preso l’impegno di verificare quello che l’azienda racconta.

Il trattamento estetico che più si avvicina al gel per ferite di Augustinus Bader NON è la sua linea di cosmetici, ma una procedura estetica, nota come “vampire facial“, in cui il medico estetico preleva il sangue del cliente, che viene processato per estrarne la porzione ricca di piastrine e fattori di crescita.
A quel punto il “siero di sangue” viene re-iniettato esclusivamente sulle zone da trattare, oppure applicato sulla pelle in associazione al microneedling (il famoso dermaroller), per favorirne l’assorbimento in profondità.
C’è un abisso di differenza rispetto a spalmarsi una cremina.

Insomma. The Cream ha una formula adatta a proteggere e rinnovare la naturale protezione idro-lipidica cutanea, rinforzando la barriera esterna della cute e fornendo ottimi antiossidanti.

Soprattutto chi ha una cute danneggiata da precedenti skincare sbagliate potrebbe riscontrare miglioramenti significativi nell’aspetto della propria pelle, risultati che tuttavia sono facilmente replicabili con qualsiasi prodotto a base di ceramidi, fosfolipidi, amminoacidi e agenti idratanti.

La formula di The Cream ha un valore antiage in termini di prevenzione, ma non ha la capacità di agire per cancellare magicamente rughe, macchie e impurità.

  • È possibile che rispetti il claim dell’azienda?… Solo in parte. The Cream, idrata e rigenera la barriera cutanea, il che significa una pelle generalmente più sana, che si rinnova meglio.
    In questo modo possono ridursi i rossori, anche se The Cream non contiene lenitivi specifici, e si prevengono danni da stress ambientali, per i quali sono utili gli antiossidanti in formula.
    Quanto alla stimolazione del collagene, è poco probabile.
    In modo molto furbo, l’azienda promette di ridurre l’aspetto delle rughe, ma non di risanare la pelle in profondità. Su una pelle più idratata e sana, le rughe si vedono meno, ma non per questo vuol dire che i danni al derma siano stati riparati.
  • Ecosostenibile / dermocompatibile? Si
  • Certificato ecobio / cosmetico biologico? No.
  • Vegan? Assolutamente no, Augustinus Bader è un ricercatore e le sue innovazioni sono sempre testate su animali.
  • Per cute sensibile? La formula di The Cream è senza profumo e risulta adatta anche a pelli reattive.

Grazie per aver letto fin qui!

Dorothy Danielle

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8 pensieri su “AUGUSTINUS BADER – The Cream – opinione e INCI

  1. Carla Limala says:

    Buongiorno Dorothy, ho provato The Cream con grandi aspettative, ma con tiepidi risultati. Mi son detta: “ho sbagliato qualcosa…” Allora ho cercato recensioni sulla crema e sono arrivata al tuo blog: finalmente trovo qualcuno che ha il coraggio di scrivere come stanno le cose! Brava Dorothy, ho letto i tuoi approfondimenti tutto d’un fiato e sono stati illuminanti. 
    Io ho un’amica che lavora in profumeria e faccio da dogsitter al suo cane meraviglioso, che porto con me quando vado a camminare e in cambio mi porta una marea di campioncini. Ho provato veramente di tutto, anche creme che non potrei assolutamente permettermi, e tra queste ce n’è una che ti assicuro sembra una pozione magica: la metto alla sera da circa un anno (io ho 53 anni, pelle normale) e ti assicuro che i risultati si vedono e si sentono al tatto. È la Supremia la nuit di Sisley. Ovviamente non ho la più pallida idea di quello che mi sto spalmando 🙂
    La mia amica si sposerà a settembre, sono molto felice per lei, ma si trasferirà in Germania e devo trovare una alternativa a questa crema che sia alla mia portata… di portafoglio: ti viene in mente qualcosa? Grazie per il tuo splendido lavoro, Carla

  2. Anna says:

    Dal 2018 e penso fino al 2020 tornavo spesso su questo blog per vedere se c’erano nuovi articoli, avevo scoperto la sua pagina da poco e per me era stata una vera rivelazione. All’epoca le lasciai anche un commento.
    Dopo tanto questa mattina, non so bene perché , sono entrata a vedere se per caso fosse tornata ma con poche speranze.E invece SORPRESA, nuovi articoli !Dorothy è tornata, tra l’altro da più di anno. Mi dispiace non essermene accorta prima, leggo tra i commenti che ha inviato una email , io ero iscritta alla sua newsletter non so come mai non risulto più iscritta ,l’ultima email che ho è stata quella dell’ultimo articolo del 2018. Ora mi iscrivo di nuovo. Sono davvero molto felice di sapere che sta bene ,mi ero un po’ preoccupata! Un bacio

  3. Claudia says:

    E devi vedere le commesse di Sephora come la spingono! Ho resistito all’assedio per farmela comprare, incredibile! Pensi che l’azienda “spinga” le catene a venderla massivamente? Comunque tralasciando il prezzo (300 euro per una crema non li spendo manco se mi viene incontro al mattino appena mi sveglio e si spalma da sola), avevo già letto la prima parte del tuo articolo PRIMA che me la provassero a propinare, per cui ciaone 🙂

    • Dorothy says:

      Ciao Claudia,
      molte grosse catene di profumeria danno indicazioni ai propri commessi su quali prodotti bisogna spingere quasi ogni giorno, ed è molto probabile che una piccola percentuale su ogni vendita vada alla commessa. Si tratta di bonus variabili, che in periodi promozionali potrebbero essere più alti su alcuni brand: Augustinus Bader ha appena lanciato l’ennesimo prodotto, una crema lenitiva (ma non bastava The Cream per qualsiasi problema?), per cui può essere che in questo periodo spingano le vendite anche con incentivi economici alle commesse, che arrotondano così lo stipendio e vengono promosse in base alle performance di vendita.
      Insomma, se il successo statunitense è predittivo di qualcosa, prepariamoci ad una spietata campagna pubblicitaria anche da noi.
      A presto!
      Dorothy

  4. Marcella says:

    Che lavorone pazzesco!
    Grazie infinite per questa recensione. Certo che bisogna studiare e ancora studiare per evitare di essere ingannati e soprattutto spendere per un prodotto per cui non vale assolutamente la pena.
    Per fortuna ci sono ottime aziende, italiane e anche biologiche, (vedi Fitocose) che producono ottime creme a un settimo del costo di quella di August Vattelapesca, che personalmente se le puó tenere tutte.
    Son felice che il tuo piccolo intervento sia andato per il verso giusto. In bocca al lupo per l’ultimo esame!

    • Dorothy says:

      Ciao Marcella,
      Grazie a te, di cuore, per aver apprezzato il lavoro dietro questo articolo!
      Purtroppo hai ragione, per potersi avvicinare a certe aziende bisogna trasformarsi in investigatori, il che fa anche perdere tutto il fascino di un gesto di cura verso sè stessi…
      Viva il lupo! ❤
      A presto,
      Dorothy

  5. Marina says:

    Grazie! C’è sempre bisogno di queste informazioni. Mi sarebbe stato difficile comprarla, ma adesso non ne ho più neppure il minimo desiderio. Fantastica questa recensione, e molto professionale.
    Attendo con ansia altre recensioni!

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